Ad Ariano Polesine ha riaperto la storica azienda specializzata in conserve ittiche Fino a gennaio 2023 il marchio Mancin Nadia era sinonimo di conserve ittiche. Un brand dietro al quale stavano quarant’anni di storia iniziati in un laboratorio domestico nel quale mamma Nadia lavorava il pescato – soprattutto anguille e alici – degli operatori locali nella zona antistante il delta del Po. Una realtà aziendale che in quattro decenni era riuscita a raggiungere una posizione di primissimo piano nella produzione di specialità a base di pesce e nella lavorazione e commercializzazione dei frutti di mare, posizione che la porta a diventare partner d’eccellenza delle più importanti realtà della Gdo e del canale Horeca. Mancin Nadia riparte dalle ceneri dell'incendio Poi il gennaio 2023. L’incendio che distrugge completamente lo stabilimento di Ariano Polesine (Rovigo) incenerendo in brevissimo tempo macchinari, scorte alimentari e il lavoro di una vita. Da quel momento la storia diventa un’altra: la storia di un’azienda che con coraggio e dedizione, come la Fenice, risorge letteralmente dalle proprie ceneri. Di una famiglia – i fratelli Marco, Michele e Fabio De Agostini – che forte degli insegnamenti di papà Martino e mamma Nadia, venuta a mancare nel 2024, anziché piangere sulle rovine fumanti dell’azienda o aspettare il risarcimento dell’assicurazione, si rimbocca subito le maniche, bussa alle porte delle Istituzioni e del credito locale, chiede e ottiene fiducia e nel giro di un paio d’anni rimette in piedi baracca e burattini, quasi come se niente fosse stato. Di un datore di lavoro che, anche quando i capannoni sono dei ruderi carbonizzati, non lascia a piedi nessuno dei propri 40 dipendenti, mantenendoli tutti a stipendio pieno senza cassa integrazione o altre forme di sostentamento. Il resto è cronaca recente: dopo due anni di lavori a tappe forzate l’impianto della Mancin Nadia ha finalmente riaperto riportando sul mercato i prodotti di altissima qualità del marchio, 6mila metri quadrati (mille in più del precedente) al cui interno si trovano le migliori tecnologie di ultima generazione impiegate secondo un modello produttivo ancora più efficiente e sostenibile. Il core business? Sempre lo stesso, quello delle conserve ittiche. Sì, perché da queste parti del Polesine, dove l’orizzonte è talmente piatto che gli argini sembrano montagne e i canali fanno il paio con le strade, la lavorazione del pesce e dei molluschi è un’arte antica, che si tramanda di generazione in generazione. Le gamme di prodotto A casa della famiglia De Agostini il pesce ha un marchio ben preciso, quello di Marinsieme, il brand che racchiude le tre gamme di prodotto dell’azienda. Prima tra tutte quella dei Marinati, sapienti preparazioni che includono una vasta selezione di antipasti come le alici marinate, le insalate di mare, i peperoncini ripieni di tonno, le seppioline in salsa verde e molto altro ancora. A questa linea storica il nuovo corso della Mancin Nadia ha poi aggiunto una seconda gamma di prodotti, quelli della Gastronomia: ricette strettamente legate al territorio ma anche alla tradizione italiana della cucina di pesce, messe a punto in collaborazione con lo chef Fabio Tacchella. Piatti pronti da consumare, destinati sia ai banchi gastronomia all’interno dei punti vendita della Gdo che al canale Horeca, alla ristorazione classica, aziendale e collettiva, come le cozze alla marinara, le seppioline con i piselli, la fregola sarda al profumo di mare e le cozze alla tarantina. E infine la terza faccia della medaglia, o meglio, visto l’argomento, la terza valva della conchiglia: la linea Frescovivo, che include i molluschi – cozze, vongole, lupini, capesante e ostriche a chilometri sottozero – provenienti dai vicini vivai della M.Gi.B., la seconda azienda di famiglia specializzata nell’allevamento e nell’acquacoltura, accuratamente selezionati e pronti a finire sui banchi delle pescherie nelle tradizionali confezioni a rete. Ogni giorno nello stabilimento della Mancin Nadia si lavorano circa 15 tonnellate di materie prime ittiche provenienti da tutto il mondo, tutte rigorosamente certificate secondo i protocolli più severi come quelli del Msc – Marine Stewardship Council. A supportare questo volume produttivo che ha già raggiunto i livelli pre-incendio e che punta a un fatturato di 20 milioni di euro annui c’è una struttura all’avanguardia, con un magazzino automatizzato da 50mila posti pallet che è tra i primi in Europa del suo genere completo di un decongelatore a radiofrequenza in grado di mantenere inalterate le proprietà organolettiche del pescato con recupero del calore nell’ottica di un’economia circolare che permette di alimentare un sistema di riscaldamento a terra. E ancora un forno di ultima generazione per l’ottimizzazione dei flussi produttivi, grazie ai nuovi spazi e ai macchinari che aiutano la riduzione ulteriore degli sprechi, a migliorare la sicurezza sul lavoro e ad aumentare il benessere del personale. Un progresso tecnologico che guarda anche alla sostenibilità: se infatti Mancin Nadia è stata tra le prime aziende del settore a investire nelle energie rinnovabili, a maggior ragione ha voluto dotare il nuovo stabilimento di un impianto fotovoltaico dall’estensione di 4mila metri quadrati, capace di produrre energia per oltre 400mila Kw/h all’anno, una scelta che, oltre a garantire all’azienda l’autosufficienza energetica, assicura una riduzione di 178mila chilogrammi di CO₂ e rafforza l’impegno aziendale nella lotta allo spreco. E così, laddove due anni fa sembrava tutto perduto in una vampa di fuoco, oggi riprende la vita, riprende il lavoro, con più entusiasmo, più fiducia e più attenzione all’ambiente e al benessere degli operatori di quanto non si sia mai fatto prima, sempre e comunque nel nome della qualità e della competenza.

25 giugno 2025

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